Gestioni Patrimoniali
Gestioni patrimoniali:
Le Gestioni Patrimoniali Mobiliari Individuali (gpm) investono le
disponibilità finanziarie del cliente in titoli azionari,
obbligazionari, in quote di Fondi Comuni o Sicav.
E’ uno strumento finanziario che permette una gestione mirata
alla miglior diversificazione in titoli secondo le disponibilità
finanziarie specifiche di ogni potenziale cliente.
Per la caratteristica strettamente personale del rapporto tra cliente
e gestore del patrimonio, le gestioni patrimoniali possono avere
soglie di ingresso molto elevate.
Le gestioni patrimoniali sono nate nei paesi anglosassoni proprio
per soddisfare le esigenze di investitori con grosse somme di denaro
da investire. In Italia però le banche hanno proposto le
gestioni patrimoniali anche a clienti con disponibilità finanziaria
non elevata.
Il servizio di gestione di patrimoni individuale consente di avvalersi
delle conoscenze e dell'esperienza di professionisti del settore
nella scelta degli strumenti finanziari in cui investire e nell'esecuzione
delle relative operazioni.
L'investitore, con le modalità preconcordate, può
intervenire direttamente nel corso dello svolgimento del servizio
di gestione impartendo istruzioni vincolanti per il gestore.
La rischiosità della linea di gestione è espressa
dalla variabilità dei risultati economici conseguiti dal
gestore.
L'investitore può orientare la rischiosità del servizio
di gestione definendo contrattualmente i limiti entro cui devono
essere effettuate le scelte di gestione. Tali limiti, complessivamente
considerati, definiscono le caratteristiche di una linea di gestione
e devono essere riportati obbligatoriamente nell'apposito contratto
scritto.
La rischiosità effettiva della linea di gestione, tuttavia,
dipende dalle scelte operate dall'intermediario che, seppure debbano
rimanere entro i limiti contrattuali, sono solitamente caratterizzate
da ampi margini di discrezionalità circa i titoli da acquistare
o vendere e il momento in cui eseguire le operazioni.
L'intermediario deve comunque esplicitare il grado di rischio di
ciascuna linea di gestione.
L'investitore deve informarsi approfonditamente presso l'intermediario
sulle caratteristiche e sul grado di rischio della linea di gestione
che intende prescegliere e deve concludere il contratto solo se
è ragionevolmente sicuro di aver compreso la natura della
linea di gestione ed il grado di esposizione al rischio che essa
comporta.
Prima di concludere il contratto, una volta apprezzato il grado
di rischio della linea di gestione prescelta, l'investitore e l'intermediario
devono valutare se l'investimento è adeguato per l'investitore,
con particolare riferimento alla situazione patrimoniale, agli obiettivi
d'investimento ed alla esperienza nel campo degli investimenti in
strumenti finanziari di quest'ultimo.
La rischiosità di una linea di gestione
L'investitore può orientare la rischiosità
di una linea di gestione principalmente attraverso la definizione:
a) delle categorie di strumenti finanziari in cui può essere
investito il patrimonio del risparmiatore e dai limiti previsti
per ciascuna categoria;
b) del grado di leva finanziaria utilizzabile nell'ambito della
linea di gestione.
Gli strumenti finanziari inseribili nella linea di gestione
Con riferimento alle categorie di strumenti finanziari
ed alla valutazione del rischio che tali strumenti comportano per
l'investitore, si rimanda alla parte del presente documento sulla
valutazione del rischio di un investimento in strumenti finanziari.
Le caratteristiche di rischio di una linea di gestione tenderanno
a riflettere la rischiosità degli strumenti finanziari in
cui esse possono investire, in relazione alla quota che tali strumenti
rappresentano rispetto al patrimonio gestito.
Ad esempio, una linea di gestione che preveda l'investimento di
una percentuale rilevante del patrimonio in titoli a basso rischio,
avrà caratteristiche di rischio similari; al contrario, ove
la percentuale d'investimenti a basso rischio prevista fosse relativamente
piccola, la rischiosità complessiva della linea di gestione
sarà diversa e più elevata.
La leva finanziaria
Nel contratto di gestione deve essere stabilita la misura
massima della leva finanziaria della linea di gestione; la leva
è rappresentata da un numero uguale o superiore all'unità.
Si premette che per molti investitori deve considerarsi adeguata
una leva finanziaria pari ad uno. In questo caso, infatti, essa
non influisce sulla rischiosità della linea di gestione.
La leva finanziaria, in sintesi, misura di quante volte l'intermediario
può incrementare il controvalore degli strumenti finanziari
detenuti in gestione per conto del cliente rispetto al patrimonio
di pertinenza del cliente stesso. L'incremento della leva finanziaria
utilizzata comporta un aumento della rischiosità della linea
di gestione patrimoniale.
L'intermediario può innalzare la misura della leva finanziaria
facendo ricorso a finanziamenti oppure concordando con le controparti
di regolare in modo differito le operazioni ovvero utilizzando strumenti
finanziari derivati (ove previsti dalla linea di gestione - si veda
la parte "B" del presente documento).
L'investitore, prima di selezionare una misura massima della leva
finanziaria superiore all'unità, oltre a valutarne con l'intermediario
l'adeguatezza in relazione alle proprie caratteristiche personali,
deve:
- indicare nel contratto di gestione il limite massimo di perdite
al raggiungimento delle quali l'intermediario è tenuto a
riportare la leva finanziaria ad un valore pari ad uno (cioè
a chiudere le posizioni finanziate);
- comprendere che variazioni di modesta entità dei prezzi
degli strumenti finanziari presenti nel patrimonio gestito possono
determinare variazioni tanto più elevate quanto maggiore
è la misura della leva finanziaria utilizzata e che, in caso
di variazioni negative dei prezzi degli strumenti finanziari, il
valore del patrimonio può diminuire notevolmente;
- comprendere che l'uso di una leva finanziaria superiore all'unità
può provocare, in caso di risultati negativi della gestione,
perdite anche eccedenti il patrimonio conferito in gestione e che
pertanto l'investitore potrebbe trovarsi in una situazione di debito
nei confronti dell'intermediario.
Commissioni ed altri oneri
Prima di concludere il contratto di gestione, l'investitore
deve ottenere dettagliate informazioni a riguardo di tutte le commissioni
ed alle modalità di calcolo delle medesime, delle spese e
degli altri oneri dovuti all'intermediario. Tali informazioni devono
essere comunque riportate nel contratto d'intermediazione. Nel valutare
la congruità delle commissioni di gestione pa trimoniale,
l'investitore deve considerare che modalità di applicazione
delle commissioni collegate, direttamente o indirettamente, al numero
delle operazioni eseguite potrebbero aumentare il rischio che l'intermediario
esegua operazioni non necessarie.
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