DIVENTARE IMPRENDITORI:
Dall’Idea all’Impresa

Un'idea imprenditoriale può nascere da molte cose, anche da quelle che
apparentemente sembrano totalmente fuori luogo.

L’idea può nascere:

- da un hobby o interessi coltivati nel tempo libero;

- dall’esperienza maturata come lavoratore dipendente, trasformando il rapporto di lavoro in collaborazione professionale;

- da un'invenzione, un prodotto originale che per le sue caratteristiche può interessare un certo numero di clienti.

L'idea imprenditoriale rappresenta l'inizio del percorso necessario ad avviare un'attività in proprio. E' necessario verificare se ci sono le condizioni perché dall'idea imprenditoriale si possa realizzare un progetto di impresa.
Per trasformare l'idea in un'iniziativa imprenditoriale è necessario valutare la coerenza tra il potenziale business cui essa può dar luogo e le caratteristiche del futuro imprenditore per poter individuare gli eventuali fattori di successo ed i profili professionali e personali richiesti.

In sostanza ciò che si deve verificare è:

- l'esistenza di un mercato potenziale per il prodotto o servizio oggetto dell'idea, ovvero l'esistenza di un bisogno da soddisfare per un numero sufficientemente ampio di consumatori;
- la potenzialità competitiva insita nell'idea, attraverso un esame comparativo tra i possibili prodotti concorrenti volto ad evidenziare per ciascuno di essi gli eventuali punti di forza e di debolezza e ad individuare le opportunità che l'iniziativa potrebbe cogliere una volta divenuta operativa;
- la disponibilità delle risorse necessarie per la sua realizzazione;
- la sua potenziale redditività.


Diventare imprenditori: la necessità dell’educazione finanziaria

L’educazione finanziaria è correlata positivamente alla propensione all'imprenditorialità. La prima osservazione da fare è che questo risultato è compatibile con due esempi che hanno implicazioni molto diverse.
Il primo esempio è che le persone con un alto livello di educazione finanziaria sono anche particolarmente competenti e, quindi, ci ritroviamo con degli imprenditori competenti. Questo è un aspetto positivo che non richiede un intervento volto a sanare qualche tipo di imperfezione di mercato.
L’altro esempio riguarda il fatto che le persone a più alto livello di educazione finanziaria sono anche caratterizzate in genere da un livello di ricchezza più elevato: chi diventa imprenditore, in realtà, lo è perché il suo grado di ricchezza personale o famigliare gli consente di superare delle barriere finanziarie.
La seconda osservazione da fare riguarda l'uso delle variabili di paese e solleva la domanda "come mai?". In altri termini, occorre chiedersi quali sono i fattori country-specific che determinano la forte capacità esplicativa che tali variabili hanno della diversa propensione imprenditoriale.
Negli altri paesi ad economia avanzata, i mercati dei capitali sono organizzati in maniera enormemente diversa: in altri termini c'è una fortissima eterogeneità cross-country nell'organizzazione del sistema finanziario.
Nasce il dubbio se questa spiegazione possa valere per tutti i Paesi. E' vera, ad esempio, in Paesi quali la Germania, la Francia o l’Italia, nei quali la banca ha storicamente giocato un ruolo più importante all'interno del sistema finanziario? E' vera nei Paesi in cui vige una “finanza di mercato” come negli Stati Uniti e nel Regno Unito? Se è questa la spiegazione, sarebbe interessante approfondire l'analisi per Paesi omogenei - per quanto si può - dal punto di vista delle caratteristiche del sistema finanziario.
Le imperfezioni nel mercato finanziario esistono, ma non influenzano la propensione alla imprenditorialità degli individui. Possono, invece, influenzare, anche in maniera significativa, le caratteristiche delle imprese che vengono create, la loro composizione settoriale e, soprattutto, le loro performance dopo l'entrata in termini di sopravvivenza e crescita. Questo risultato potrebbe per esempio essere compatibile con un esempio di questo tipo: un imprenditore vorrebbe creare un'impresa nel campo delle biotecnologie per uso veterinario, ma in assenza dei capitali necessari sceglie di aprire un negozio per la cura degli animali da compagnia oppure fonda un'impresa biotech con una scala troppo piccola, la quale, essendo vincolata nelle risorse disponibili, parte male e fallisce in poco tempo. Dal punto di vista delle politiche, questo è il peggiore dei mondi possibili, perché si genera un'imprenditoria destinata al suicidio. Il problema rilevante è evitare che, a causa di vincoli finanziari, nascano imprese sbagliate, non che nascano tante o poche imprese.
In particolare, per quanto riguarda l'Italiai dati emersi da inchieste di diverso tipo fanno ritenere che in Italia esista un ampio bacino di potenziali imprenditori. Il problema da porsi è se abbiamo gli imprenditori “giusti”, cioè se abbiamo imprenditori innovativi e competenti, indipendentemente dal particolare settore in cui essi si trovano ad operare, e se gli imprenditori “giusti” sono anche in grado di dotarsi delle risorse finanziarie necessarie per crescere ed avere successo.
Osservando un campione ampio di nuove imprese che operano in settori ad alta tecnologia si nota che molte di tali imprese hanno una strategia di costo, sono dei follower con un portafoglio di prodotti e servizi del tipo “me-too”, e non sviluppano nessun tipo di comportamento squisitamente innovativo, anche se ovviamente vi sono numerose eccezioni. Peraltro in settori maturi vi sono state in Italia nel recente passato alcune storie di successo di imprenditori che hanno saputo fare della innovazione, cioè della capacità di fare qualcosa che i competitori non riescono a fare, una leva per crescere sui mercati nazionali ed internazionali. Quello che sembra fondamentale per il Paese è assicurare che esista un ampio numero di imprenditori innovativi, in tutti i settori di cui l'economia è composta, e che tali individui riescano a trovare le risorse finanziarie per esprimere compiutamente tutte le loro potenzialità.

Relazione Dettagliata del Business Plan

 

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