La cosa più importante da capire è
quindi l'elevata rischiosità di questi strumenti e
le ragioni della stessa, che permettono poi di controllare
il rischio stesso.Tra i diversi strumenti derivati offerti
dai mercati finanziari ci concentreremo sui futures, che sono
poi quelli da prevalentemente utilizzati per il trading.
I futures sono contratti standard e quindi negoziabili, a
differenza di quelli personalizzati (over the counter) che
per la loro eterogeneità non sono scambiabili sul mercato.
I futures vengono negoziati nei mercati regolamentati, nella
prassi finanziaria esistono delle regole nella negoziazione
e nella creazione di questi strumenti finanziari. Ad esempio,
la Borsa crea dei futures e solo quelli vengono negoziati,
cioè non si possono creare future aggiuntivi (cosa
che invece è possibile per i forwards).
Sono strumenti molto standardizzati: ogni elemento del contratto
è definito in un contratto standard e le controparti
non possono modificarlo. Acquistare futures significa impegnarsi
ad acquistare alla scadenza ed al prezzo prefissati l’attività
sottostante. Questa può essere sia un'attività
reale, ad esempio una commodity (grano, oro, metalli, caffè,
ecc.) sia un'attività finanziaria. In quest'ultimo
caso si parla di financial futures i cui sottostanti possono
essere ad esempio una valuta (currency futures), un indice
borsistico, ecc.
In estrema sintesi, questi contratti standard chiamati appunto
futures, ci permettono di acquistare o vendere un indice di
Borsa, esattamente come si fa con un titolo azionario. In
modo analogo, si possono acquistare a vendere contratti futures
sull'oro, sulle valute, sulle materie prime e così
via. Aiutiamoci con un esempio. Chi volesse investire sull'indice
S&P MIB, può acquistare o vendere un contratto
future che ha come sottostante l'S&PMIB appunto. In particolare,
presso il mercato dei derivati di borsa italiana, chiamato
IDEM, sono quotati due tipologie di contratti future basati
sull'indice SP MIB. Il contratto standard e il Mini. La differenza
tra i due sta nella dimensione e quindi nel valore del contratto.
Iniziamo con il Mini, più semplice da comprendere poiché
assegna il valore di un euro ad ogni punto dell'S&P MIB
(moltiplicatore=1). Se quindi oggi l'indice è a 20.000,
il contratto mini S&P MIB avrà un valore di €
20.000. Per acquistarlo, grazie al meccanismo del margine
di garanzia, non è tuttavia necessario versare per
intero la somma, ma solo una parte della stessa detta appunto
margine di garanzia. Se per esempio si opera in intraday,
bastano circa € 1500 come margine depositato. Quindi,
a patto che si chiuda la posizione entro i 30 min precedenti
la chiusura delle contrattazioni, si riescono a manovrare
€ 20.000 disponendo soltanto di € 1500. Se invece
si vuol tenere aperta la posizione anche dopo la chiusura
delle contrattazioni (overnight) quindi per due o più
giorni è necessario versare un margine più elevato,
pari a circa il 7,5% del valore del contratto. In realtà,
le richieste dei margini variano a seconda del broker tramite
il quale si acquistano e vendono i futures, ma le cifre sono
abbastanza standardizzate.
La pericolosità dei future sta proprio in questo meccanismo
del margine di garanzia, che spesso trae in inganno gli investitori
incauti e scarsamente informati. In pratica, il valore di
ciò che si è acquistato o venduto è proprio
di € 20.000, non di € 1500 come alcuni sono portati
a pensare. E' questa la causa del fatto che si possono perdere
molti più soldi di quelli investiti. Se ipotizziamo
di aver acquistato un contratto a 20.000, che ha quindi il
valore di € 20.000 anche se ne abbiamo messi solo €
1500, se l'indice scende a 18.000, nel momento in cui rivendiamo
il contratto questo avrà un valore di € 18.000
e la nostra perdita sarà pari a € 2000, anche
se il margine di garanzia depositato era solo pari a €
1500.
I contratti future permettono di investire
al rialzo od al ribasso indifferentemente. Se, quindi, ho
venduto il contratto a 20.000, che ha quindi il valore di
€ 20.000 anche se il margine di garanzia rimane pari
a € 1500 e l'indice sale a 22.000, nel momento in cui
lo riacquisteremo per chiudere la nostra posizione al ribasso
la nostra perdita sarà di nuovo pari a € 2000,
anche se il margine di garanzia depositato era solo pari a
€ 1500.
Chiaramente l'intermediario finanziario non
aspetta che il valore della perdita potenziale superi quello
del margine depositato e ci chiamerà per reintegrare
lo stesso, con la cosiddetta margin call, nel momento in cui
questo è stato eroso dalle perdite potenziali. In quel
momento, si potrà decidere di reintegrare i margini
garanzia con un altro versamento in contanti o liquidare la
posizione prima che lo stesso margine sia completamente esaurito.
Talvolta, come immaginerete, i movimenti dei mercati sono
così rapidi e repentini da non permettere che si abbia
nemmeno il tempo di liquidare la posizione in perdita oppure
reintegrare il margine di garanzia, portando le posizioni
aperte ad avere perdite ben superiore agli stessi in pochi
istanti. Ciò è tanto più probabile, quanto
più esigui sono i margini depositati a garanzia rispetto
al valore del contratto.
E' intuitivo che questo effetto di amplificazione
possa anche giocare a nostro favore, nel caso in cui le nostre
posizioni si muovano nella direzione sperata. E' per questo
che i derivati offrono potenzialità di guadagno molto
elevate ma anche possibilità di perdite con conseguenze
molto gravi.
Un modo per avere ben presente il tipo di
transazione che si sta facendo e quello di non farsi confondere
dal margine di garanzia. È quindi importante avere
ben presente che si stanno investendo, per seguire l'esempio
di prima, € 20.000 e non € 1500, come potrebbe sembrare.
Questo elemento da solo dovrebbe aiutare il trader a comprendere
e meglio valutare i rischi che sta assumendo. Purtroppo molto
spesso è facile dimenticare tutto ciò e ritrovarsi
a pensare di rischiare soltanto il margine di garanzia che
si è versato, ma non è così.
I trader professionisti evitano di eccedere
nell'utilizzo di questo strumento, cercando sempre di avere
una disponibilità liquida rapportata al valore del
contratto, anche se quella che viene versata con margini di
garanzia è chiaramente minore. Questo metodo di money
management permette di avere ben presente la reale entità
dell'investimento che si sta attuando, senza farsi ingannare
dall'apparente esiguità dello stesso.
Si consiglia, per chi decide di operare con
i contratti future, di avere una disponibilità liquida
sufficientemente rapportata al valore del contratto. Se quindi
decidete di acquistare un vendere un contratto Mini legato
al nostro indice S&P MIB, sarà opportuno avere
una disponibilità liquida superiore a quella del margine
di garanzia.
Veniamo ora al contratto standard, che ha
un moltiplicatore pari a cinque. Ciò significa che
ogni punto dell'indice S&P MIB vale cinque euro. Quindi
se oggi l'indice è a 20.000 punti, il valore del contratto
sarà pari a € 100.000 e i margini di garanzia
richiesti sono € 5.000 per l'intraday e il solito 7,5%
circa per le posizioni tenute oltre la chiusura. In questo
caso sarà importante non dimenticare che si stanno
investendo € 100.000 è non € 5.000, cosa
che potrebbe essere altamente fuorviante e fonte di rischi
enormi.
Chiarito tutto questo è importante
comprendere come gli strumenti siano effettivamente molto
comodi, proprio per il fatto che permettono di investire ad
esempio su un intero indice, senza bisogno di acquistare i
singoli titoli che lo compongono.
Un altro vantaggio sta negli esigui costi
di intermediazione, poiché le commissioni sui future
sono solitamente inferiori a quelle praticate dagli intermediari
sulle azioni.
La cosa importante da considerare resta comunque
la piena comprensione dell'effetto leva, ossia del meccanismo
del margine di garanzia, che abbiamo cercato di spiegare e
dei rischi ad esso legati. Per questo è importante
capire pienamente le caratteristiche di ogni contratto future
prima di decidere di investire in questi strumenti.
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