ETF - Exchange Traded Funds
Gli ETF, "Exchange Traded Funds" (letteralmente
"Fondi quotati sui mercati"), sono dei fondi negoziabili
in borsa, apparsi all'inizio degli anni '90 negli Stati Uniti ed
inizialmente destinati ad investitori istituzionali.
Gli ETF sono stati successivamente introdotti in Europa nell'aprile
del 2000 e si rivolgono ad investitori sia istituzionali che privati.
Borsa Italiana ha lanciato il 30 settembre 2002 il segmento di mercato
dedicato agli ETF: l'MTF, Mercato Telematico dei Fondi.
Cosa sono gli ETF
Gli ETF sono Fondi/Sicav indicizzati, quotati su
un particolare segmento del Mercato Telematico Azionario di Borsa
Italiana, il Mercato Telematico dei Fondi (MTF), che replicano il
rendimento del proprio indice benchmark di riferimento e possono
essere acquistati e venduti in tempo reale come un'azione.
Gli ETF, quindi, non sono altro che una innovativa tipologia di
Fondo/Sicav con due caratteristiche peculiari:
- sono negoziati in Borsa come un'azione
- assicurano lo stesso rendimento dell'indice benchmark di riferimento.
In particolare l'ETF consente, in maniera immediata, di prendere
posizione su un indice (globale, regionale, settoriale, ecc..) attraverso
un'unica operazione di acquisto o di vendita.
Punti di forza degli ETF
Gli Exchange Traded Fund sono caratterizzati da
notevoli vantaggi e numerosi punti di forza.
Diversificazione a costi di gestione contenuti
Acquistando un indice è possibile diversificare e riuscire
ad eliminare il rischio specifico legato all'acquisto di una sola
azione.
Inoltre gli ETF sono caratterizzati da una notevole economicità
in quanto la loro gestione prevede:
- nessuna commissione di "Entrata", di "Uscita"
e di "Performance" (per investire in
ETF, così come per le azioni, si paga solo la commissione
di negoziazione dovuta
alla propria Banca/Sim per operare sull'MTA)
- "Commissione di Gestione" annua estremamente contenuta
(indicativamente lo
0,50% o meno)
Precisione di replica dell'indice benchmark
L'ETF consente di ottenere un rendimento pari a quello dell'indice
di riferimento a parte un limitato margine di errore, positivo o
negativo, definito tracking error.
Tale obiettivo viene raggiunto attraverso una gestione passiva del
fondo (i capitali raccolti vengono sistematicamente investiti in
un portafoglio di azioni che, per tipologia e quantità di
titoli, replica il benchmark) unitamente ad un particolare meccanismo
di funzionamento detto creation/redemption in kind.
Il cosiddetto meccanismo di creation/redemption in kind consente,
infatti, di minimizzare il tracking error, cioè la differenza
di rendimento, positiva o negativa, tra l'ETF e il benchmark.
Liquidità
L'ETF viene negoziato in continua sull'MTA di Borsa Italiana e durante
la giornata può essere acquistato e venduto come un'azione.
Inoltre, la liquidità di questo strumento è assicurata
da diversi operatori:
- Specialist - viene nominato almeno un market maker ufficiale
con obblighi di quotazione in continua;
- Market Maker non ufficiali - tutti gli intermediari interessati
possono operare come "market maker non ufficiali"
dal momento che (al contrario di quanto avviene per strumenti
similari) anch'essi possono sottoscrivere e chiedere il rimborso
delle quote/azioni dell'ETF secondo lo stesso meccanismo "fair"
di cui gode lo specialist;
Trasparenza
La trasparenza che caratterizza questi strumenti è garantita
dal fatto che ogni giorno sono disponibili sul sito del mercato
ufficiale:
- il NAV (Net Asset Value), cioè il valore dell'ETF;
- la composizione dell'ETF (creation basket);
- la composizione dell'indice benchmark di riferimento.
Inoltre è disponibile in tempo reale il cosiddetto "iNAV2",
Indicative Net Asset Value, cioè il valore dell¿ETF
durante ogni momento della giornata.
Negoziazione degli ETF
La negoziazione degli ETF avviene in fase continua
dalle 09.05 alle 17.25 (non sono previste aste di apertura e di
chiusura) ed il lotto minimo di negoziazione è costituito
da 1 azione/quota.
Gli strumenti del MTF sono quotati e negoziati a "valore unitario",
come le azioni, secondo il prezzo unitario, quale che sia il valore
nominale. Inoltre, per tali strumenti la "griglia" dei
tick di negoziazione è uguale a quella vigente per le azioni.
Il settlement (la liquidazione dei contratti) viene realizzato in
Monte Titoli dopo 3 giorni, cioè con valuta T+3 come per
le azioni.
Inoltre, il "Fondo di garanzia dei contratti" garantisce
il buon fine dei contratti di compravendita aventi ad oggetto gli
strumenti del MTF negoziati in borsa, in caso di accertata insolvenza
di uno degli operatori.
Il prezzo di riferimento è pari alla media
ponderata dell'ultimo dieci per cento delle quantità negoziate,
al netto delle quantità scambiate mediante l¿utilizzo
della funzionalità cross order.
Per gli strumenti del MTF, ai fini del controllo
della regolarità delle contrattazioni, sono stabilite le
seguenti condizioni di negoziazione:
- limite massimo di variazione del prezzo delle proposte rispetto
al prezzo di controllo: 10%
- limite massimo di variazione dei prezzi dei contratti rispetto
al prezzo di controllo: 3,5%
- limite massimo di variazione dei prezzi tra due contratti consecutivi:
1,5%
Costruire un portafoglio di ETF
La scelta di destinare un capitale alla costruzione
di un portafoglio interamente composto da ETF appare particolarmente
indicata per tutti quegli investitori che non hanno la possibilità
di dedicare molto tempo al trading.
Una soluzione di questo tipo offre infatti una certa libertà
d’azione (l’investimento è infatti liquidabile
in modo immediato in ogni momento della seduta di negoziazione e
la liquidità è assicurata anche dall’operato
degli investitori istituzionali) senza rinunciare a tutti i vantaggi
di un prodotto del risparmio gestito.
Prima di tutto si deve avere molto chiaro in mente l’obiettivo
per il quale si decide di destinare una determinata somma di denaro
all’investimento. La composizione del portafoglio infatti
subirà modifiche sostanziali se l’obiettivo è
la conservazione del potere d’acquisto del capitale piuttosto
che l’aumento del patrimonio o l’ottenimento di una
rendita periodica. La definizione dell’obiettivo fornirà
un’indicazione dell’arco temporale di riferimento dell’investimento.
In secondo luogo si dovrà determinare un parametro che a
tutti gli effetti costituisce la vera e propria ossatura del portafoglio:
il profilo di rischio. È ovvio che quanto più accurata
sarà l’analisi del profilo di rischio, tanto più
il portafoglio risponderà alle esigenze dell’investitore.
Una volta raccolti tutti gli elementi di base si dovrà procedere
alla suddivisione del capitale tra i vari prodotti disponibili.
Lo scopo di questa allocazione di risorse deve essere quello di
raggiungere un livello di diversificazione che garantisca un soddisfacente
comportamento del portafoglio nei vari scenari di mercato.
Per semplificare il frazionamento del capitale è possibile
identificare delle aree di investimento sulle quale è possibile
ottenere un’esposizione con gli ETF attualmente disponibili
sul mercato:
- Liquidità: si tratta di una classe di
ETF legati al rendimento di titoli di stato a brevissimo termine
o all’andamento di tassi d’interesse quali l’EONIA.
- Obbligazionario: è una classe piuttosto
variegata che include sia titoli di stato che obbligazioni corporate.
Si possono trovare sia titoli europei che statunitensi e si può
quindi optare tra un’esposizione in dollari o in euro.
- Azionario: in questa categoria troviamo prodotti
che replicano la performance dei principali indici azionari mondiali.
- Investimenti alternativi: è la classe
di ETF più complessa. In essa troviamo prodotti legati a
panieri che spaziano dai paesi emergenti (quali Cina, Est Europa,
BRIC, Area Pacifico) agli indici di materie prime, dalle energie
rinnovabili all’acqua.
Per ciascuna delle aree d’investimento maggiormente in linea
con il proprio profilo di rischio si potrà decidere di prendere
posizione su uno o più prodotti. È in questa fase
che si deve cercare di raggiungere il livello di diversificazione
ottimale: se infatti da un lato un portafoglio composto da pochissimi
elementi può portare ad una dannosa esposizione in alcune
fasi del mercato, dall’altro un’eccessiva diversificazione
rischia di far lievitare i costi e sacrificare la performance nelle
fasi di mercato più propizie. Tenendo in conto questo fattore,
nel processo di calibrazione del portafoglio rivestirà un
ruolo molto importante anche il livello delle commissioni di negoziazione
pagate al proprio intermediario.
In linea generale non esiste una formula matematica per calcolare
la composizione del portafoglio perfetto: di certo un individuo
con un basso profilo di rischio destinerà una piccola parte
di capitale alla classe degli investimenti alternativi e preferirà
concentrarsi sugli ETF del comparto obbligazionario legati per lo
più a titoli di stato e obbligazioni investment grade.
Viceversa l’investitore più aggressivo si indirizzerà
maggiormente al comparto investimenti alternativi, puntando su prodotti
caratterizzati da un maggior livello di rischio e di volatilità.
In particolare, per i soggetti maggiormente amanti del rischio è
oggi possibile scegliere tra prodotti innovativi che offrono la
possibilità di sfruttare l’efficacia di strategie di
stampo prettamente speculativo: si tratta degli ETF a leva (che
amplificano, seppur con qualche inefficienza, la performance del
benchmark, in positivo o negativo) e short (che replicano il rendimento
di un’operazione di vendita allo scoperto sul paniere di riferimento).
Come regola generale, che dovrebbe valere per ogni tipologia d’investimento,
si raccomanda di procedere all’acquisto solo dopo aver esaminato
attentamente la scheda del prodotto.
Nello specifico, per quello che riguarda gli ETF è bene prestare
attenzione a due componenti: la valuta di denominazione (la valuta
utilizzata per il calcolo del patrimonio totale del fondo) e la
valuta di negoziazione.
Gli ETF per i quali la denominazione e la negoziazione sono regolate
con monete diverse (per lo più dollaro ed euro) incorporano
un rischio di cambio, che se valutato attentamente può restituire
interessanti extra-profitti.
Una volta composto il portafoglio non si dovrà dimenticare
di svolgere periodicamente un’opera di monitoraggio dei risultati
realizzati per individuare i momenti più opportuni per operare
dei ribilanciamenti.
Per il contenimento del rischio, al momento dell’acquisto
di ogni singolo ETF sarà utile fissare un livello di stop
loss. Per scongiurare invece che potenziali profitti si trasformino
in perdite potrà venire in aiuto la determinazione di un
livello di take profit (che per un investimento in ETF potrebbe
essere fissato tra il 75% e il 90% della performance realizzata
a seconda della tipologia di prodotto e del profilo di rischio dell’investitore).
Il monitoraggio dei risultati del portafoglio potrà risultare
più agevole (e più rapido) grazie alla compilazione
di un foglio elettronico di calcolo sul quale riportare i valori
di soglia di stop loss e take profit da confrontare con la quotazione
dell’ETF a fine giornata (in modo che questo lavoro occupi
meno tempo).
SICAV
Molto simili per natura ai fondi comuni, le Sicav
sono società di investimento a capitale variabile. Si differenziano
dai fondi comuni principalmente per il fatto che il risparmiatore
non acquista una quota di partecipazione, ma azioni della società.
Investendo in Sicav infatti l'investitore diviene azionista: si
ha la possibilità di esercitare il diritto di voto.
Le Sicav ripartiscono il proprio capitale in diverse classi, a cui
è possibile aderire: sono dette per questo "strumenti
multicomparto".
Mentre per fondi comuni esistono varie tipologie: fondi obbligazionari,
bilanciati, azionari, nelle Sicav esistono i comparti: obbligazionari,
bilanciati, azionari.
Le Sicav sono principalmente di diritto lussemborghese.
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