Nel
suo processo d'investimento il risparmiatore deve scegliere
quale sia il rischio e, soprattutto, quali siano i fattori
di rischio ai quali esporsi (azionario, obbligazionario, immobiliare,
monetario, ecc.), conscio del fatto che la sola definizione
di azionario è di per sè molto generica, in
quanto al suo interno ricadono sia dimensioni geografiche
(si pensi all'Italia, all'area Euro, area dollaro, ecc.),
sia dimensioni di tipo settoriale (industriale, finanziario,
farmaceutico, tecnologico, ecc.).
Vista la marginale frazione di tempo che viene dedicata alla
scelta del rischio effettivo al quale esporsi, gli investitori
alla fine sono sostanzialmente divisi in poche macrocategorie
generalizzate:
- prudenti
- conservativi
- aggressivi
Profili che, in sostanza, rispecchiano le tre linee di gestione
classiche (obbligazionario, bilanciato e azionario) e che
ritroviamo in modo più o meno esplicito all'interno
di tutte le gestioni di capitali (dirette o in fondi).
L'investitore conservativo punta sostanzialmente a mantenere
intatto il valore del suo patrimonio, sottraendolo all'effetto
erosicvo dell'inflazione, piuttosto che a incrementarlo. In
questo caso, ovviamente, il livello di rischio dell'investimento
dovrà essere ridotto al minimo, anche se ciò
si tradurrà inevitabilmente in rendimenti non esaltanti.
Qualche rischio in più sarà invece disposto
a correrlo un investitore equilibrato, metre l'investitore
aggressivo andrà a caccia di alti rendimenti nel lungo
periodo, anche se questo potrebbe tradursi per il suo capitale
in perdite più o meno rilevanti a breve termine.
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