ISC - Indicatore sintetico di costo
Con l'indicatore sintetico di costo, in vigore
da oggi, informazioni più chiare su quanto si paga alla banca.
E confronti più semplici
E' in vigore dal 26 maggio 2010, l'Indicatore sintetico di costo,
ISC, dei conti correnti.
Voluto dalla Banca d'Italia l'Isc ha lo scopo di
consentire ai consumatori di sapere in anticipo, almeno in maniera
indicativa, quanto spenderanno in un anno per il loro conto corrente.
E di permettere un confronto, semplice e immediato, tra le offerte
di diverse banche.
Bankitalia ha definito sei profili di utilizzatori,
ognuno dei quali esegue un diverso numero di operazioni bancarie
ogni anno (vedi tabella qui sotto). Ogni correntista può
identificare il profilo più vicino al suo e verificare quale
Isc pratica la banca per quel profilo. Per esempio, una famiglia
con una elevata operatività (circa 253 operazioni all'anno),
potrà vedersi proporre un Isc di 150 euro all'anno; per un
pensionato con bassa operatività l'Isc potrebbe scendere
a 80 euro all'anno. Oltre ai sei profili è previsto un conto
corrente "a consumo", destinato a chi ha un'operatività
molto bassa: 112 operazioni all'anno. Anche per questo le banche
devono indicare l'Isc.
L'indicatore tiene conto di tutte le spese "ordinarie"
connesse al conto: prelievi e versamenti, pagamenti di utenze, assegni,
accredito di stipendio o pensione. Nei conti destinati alla clientela
più "evoluta", quella in sostanza che ha la necessità
di utilizzare più servizi bancari, sono compresi anche carte
di credito o il deposito di titoli: è importante evidentemente
scegliere un profilo rispondente alla propria normale operatività
con la banca.
Alla fine dell'anno la banca invierà al
correntista un rendiconto con l'indicazione di quella che è
stata la spesa effettiva. Che può discostarsi da quella preventivata:
se è maggiore, può trattarsi di un errore nella scelta
del profilo, e allora la banca suggerirà di passare a uno
diverso. Oppure sono stati addebitati costi per servizi che non
erano compresi nel servizio base: nei fogli informativi sono elencate
dettagliatamente tutte le operazioni comprese nell'Isc.
Ma oltre alla chiarezza, indubbiamente un dato
positivo, si spera che l'Isc sia utile anche per evitare che, nel
corso del tempo, i costi dei conti correnti lievitino in maniera
miracolosa (per la banca), grazie a condizioni che cambiano senza
una vera ragione. E che questo contribuisca a far sì che
le banche italiane non siano più le più care d'Europa
come ha certificato, pochi mesi fa, la stessa Commissione europea.
Secondo uno studio indipendente sui costi bancari
(che ha considerato i prezzi dei conti correnti in 224 banche, rappresentative
dell'81% del mercato dell'Unione europea, i conti correnti in Italia
sono i più costosi del continente: 253 euro l'anno per un
conto corrente "medio" di un privato cittadino. Contro
i 58 euro che si spendono, in media, in Belgio, gli 82 dell'Irlanda
e gli 89 della Germania. Un po' più cari gli sportelli in
Gran Bretagna, 103 euro all'anno (meno della metà che in
Italia) e in Francia che si colloca seconda in classifica, ma ben
distanziata con i suoi 154 euro.
A dire il vero sembra però sia molto difficile
sviluppare degli algoritmi che siano in grado di elaborare le molteplici
variabili associate ad ogni tipo di operazione effettuate normalmente
su un conto corrente. Mentre per i prestiti personali o i mutui
l'Indicatore Sintetico di Costo offre un quadro chiaro e preciso
di quello che sarà l'impegno economico reale del consumatore,
nel caso del conto corrente l'ISC è, giocoforza, condizionato
all’adozione ex ante di un profilo di utilizzo tipo del conto
stesso che è frutto di complesse elaborazioni ed è
definito attraverso indagini e ricerche di mercato difficilmente
rispondenti alle caratteristiche del singolo cliente. In questo
senso crediamo che l’Indicatore Sintetico di Costo, per quel
che concerne i conti correnti, diversamente da altri ISC, sia necessariamente
da considerare alla stregua di un parametro puramente indicativo.
Questo potrebbe trarre in inganno il consumatore convinto di sottoscrivere
un prodotto più conveniente di quello che realmente sarà
una volta che verrà utilizzato.
L'Abi stessa ha espresso, a più riprese,
qualche perplessità in merito alla reale utilità dell'ISC
del conto corrente e, con un esempio di una semplicità disarmante,
è stata in grado di definire l'impossibilità, da parte
di qualsiasi mediatore finanziario, di definire un costo ufficiale
da associare al conto.
"Prendendo in considerazione la voce prelievi
bancomat su altra banca - ha detto l'Abi in una nota - in fase di
negoziazione si potrebbe determinare una tariffazione fissa scontata,
una tariffazione a forfait con un limite predefinito di operazioni
a cui non viene applicata alcuna commissione, una tariffazione a
scaglioni crescenti o decrescenti, una tariffazione esclusivamente
per le operazioni di prelievo in comuni ove la banca non è
presente, eccetera. Ciascuna di queste modalità di tariffazione
personalizzata - continua l'Abi - ovviamente dovrebbe essere recepita
all’interno di un ipotetico algoritmo automatico, la cui realizzazione
è tecnicamente impossibile data l’eterogeneità
delle modalità di pricing che possono nascere in fase di
negoziazione tra banca e cliente."
Come si evince da queste considerazioni, dunque,
quello che verrà indicato entro fine anno, obbligatoriamente,
sui fogli informativi dei conti correnti, sarà un Indicatore
Sintetico di Costo puramente indicativo e non un parametro preciso.
Tipologia correntisti |
Numero medio
operazioni/anno |
Giovani |
164 |
Famiglie base |
201 |
Famiglie medie
|
228 |
Famiglie evolute |
253 |
Pensionati medi |
124 |
Pensionati evoluti |
189 |
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