Corso di Finanza Comportamentale
III
Ipotesi dei Mercati Efficienti: aspetti empirici
La prova
empirica dell’ EMH (Efficient Market Hypothesis) può
essere riassunta in due parti:
1) quando notizie riguardanti il valore di un titolo giungono al
mercato, il prezzo dovrebbe reagire ed incorporare queste notizie
“presto” e “correttamente”. “Presto”
significa che chi legge la notizia sul giornale non deve essere
in grado di approfittare dell’ informazione. La parola “correttamente”
significa che la correzione del prezzo dovrebbe essere accurata
in media: cioè senza eccessive esagerazioni;
2) il prezzo di un titolo non dovrebbe variare senza particolari
notizie sul valore del titolo.
Ossia, se le variazioni nella domanda e nell’ offerta di un
titolo derivano solo dalle personali aspettative degli investitori
su un andamento futuro positivo o negativo dell’azione, senza
che ci sia stata una effettiva diffusione di una tale notizia, allora
il prezzo delle azioni dovrebbe sostanzialmente rimanere invariato.
La principale conseguenza della reazione del prezzo alle nuove notizie
“presto” e “bene” è che un’informazione
non nuova non serve a far soldi. Il “far soldi” significa
avere un profitto maggiore di quanto prevede il rischio.
Quand’anche si dovesse ipotizzare che un investitore è
riuscito a ottenere un guadagno utilizzando una informazione non
nuova, tale guadagno è considerato il compenso al rischio
che ci si accolla. Ma cosa si intende realmente per “informazione
non nuova”?
Si possono individuare tre tipi di informazione e pertanto si può
distinguere l’ipotesi dei mercati efficienti in tre tipologie
differenti in base al significato attribuito al termine informazione.
Si possono considerare:
a) la “forma debole”della EMH che afferma: “non
è possibile guadagnare profitti superiori al rischio accollato,
basandosi sulla conoscenza del prezzo e dei guadagni passati”.
I prezzi sono efficienti quando rispecchiano completamente tutte
le informazioni disponibili relative ai prezzi passati e alle quantità
scambiate;
b) la “forma semiforte” della EMH dice che “gli
investitori non possono guadagnare più dell’adeguato
al rischio usando le informazioni pubblicate”. Cioè
l’utilizzo di una informazione resa pubblica, non permette
di ottenere un extra profitto, perché immediatamente incorporata
dal prezzo delle azioni. Si parla di “forma semiforte”
perché comprende una quantità di informazioni maggiore.
Ossia l’informazione relativa ai prezzi e quantità
passate costituisce solo una parte;
c) la “forma forte” di EMH dice che “non è
possibile guadagnare avendo informazioni non ancora pubblicate,
in quanto tali informazioni sono immediatamente conglobate nel prezzo”.
Invero se i membri delle società che prendono le decisioni
utilizzassero loro le informazioni non ancora pubblicate, finirebbero
in prigione per profitti illegali.
Rispetto alla forma debole dell’efficienza, si può
ritenere che i prezzi delle azioni seguano approssimativamente percorsi
casuali. Cioè non si possono trovare delle strategie vincenti
negli scambi azionari, quali ad esempio “comprare le azioni
quando il loro prezzo comincia a salire e venderle quando inizia
a scendere”. Un dato giorno, il prezzo di una azione può
salire indipendentemente dal fatto che nel giorno precedente si
sia verificato un aumento, o una discesa.
Analogamente si è testata la forma semiforte dell’efficienza,
vedendo cosa accade in un breve periodo, dopo che sono trapelate
alcune notizie concernenti determinate compagnie ( ad esempio: l’annuncio
di distribuzione di dividendi, il rilevamento o l’assorbimento
di una azienda, o la cessione, l’emissione di azioni, il riscatto,
il cambio di direzione ecc.).
Il prezzo delle azioni comincia a crescere prima dell’annuncio
dell’offerta, come se la notizia di una possibile offerta
sia già incorporata nel prezzo, e poi salta alla data dell’annuncio
pubblico, senza seguire un’ascesa continua.
LEZIONE
2 - LEZIONE 4
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